Il Lago d’Aral: un mare che scompare

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha definito il prosciugamento del Lago d’Aral “uno dei più grandi disastri naturali della storia.” Quello che un tempo era uno dei più grandi laghi del nostro pianeta, è andato via via disseccandosi negli ultimi 50 anni, lasciando spazio a desolate distese di sale.

Tutto è iniziato negli anni ’60, quando il regime sovietico decise di deviare grandi quantità d’acqua dai fiumi che lo alimentavano, per irrigare i campi di cotone di Uzbekistan. Da allora, il lago si è ridotto del 70% e la sua acqua è diventata sempre più salata, contribuendo alla desertificazione del territorio e annullando la locale industria della pesca.

“Questa è la dimostrazione tangibile di cosa accade quando sprechiamo le nostre risorse naturali comuni, trascuriamo l’ambiente e gestiamo male il nostro sviluppo” ha dichiarato Ban Ki-Moon durante la sua visita a cinque Stati che si affacciano sul bacino del lago d’Aral, per cercare di avviare una collaborazione internazionale su questo tema. “Invito tutti i leader della zona a sedersi attorno ad un tavolo per trovare una soluzione.”

Attualmente il Lago d’Aral è suddiviso in due laghi distinti: quello a nord (“Piccolo Aral”) è isolato da quello più a sud da una grande diga, completata nel 2005, che fa parte di un progetto più ampio per la riqualificazione ambientale della zona. Le sue acque stanno ritornando pulite e con un tasso di salinità tale da permettere la reintroduzione delle specie ittiche scomparse. Anche la superficie dell’acqua sta salendo, da 2550 km² a 3300 km².

Nel “grande Aral” si sta invece realizzando un progetto di rinverdimento del deserto lasciato dal lago evaporato, piantando un arbusto capace di vivere in ambienti fortemente salini. Secondo alcuni esperti, si potrebbe comunque tentare di riportare l’acqua livello originario anche in quest’area, ad esempio costruendo un acquedotto con impianto di desalinizzazione collegato al Mar Caspio: forse un giorno il Lago d’Aral tornerà a vivere?